giovedì 7 novembre 2013

Monster



AA.VV., Hidden Fortress Press, Providence (Rhode Island, USA), settembre 2013, tre albi spillati per 196 pagg. totali, $ 30.

Alla fine degli anni Novanta Providence, conosciuta ai più per essere la città natale di Howard Phillips Lovecraft, divenne il centro di un vivace movimento noto come "scena di Fort Thunder", dal nome di un ex magazzino occupato divenuto punto di ritrovo dei giovani creativi del posto. Quell'esperienza, che attirò musicisti e artisti da ogni parte degli Stati Uniti, fu significativa soprattutto nell'ambito del fumetto, dato che molti dei suoi protagonisti provenivano dalla Rhode Island School of Design. Fort Thunder rivoluzionò i comics alternativi dell'epoca e non solo, reintroducendo elementi sporchi e underground che si erano diradati nel corso degli anni, uniti alla passione per il fantasy/horror e a un bel po' di nonsense.
Uno dei protagonisti di quella scena, Paul Lyons, finita l'esperienza di Fort Thunder e dell'antologia Paper Rodeo si dedicò a una nuova pubblicazione, Monster, che di tanto in tanto torna nelle fiere e nei negozi statunitensi in limitatissime edizioni. L'ultima uscita, dopo quella del 2010, risale al settembre scorso e consiste nel progetto finora più ambizioso di Lyons e dell'altra mente dietro la Hidden Fortress Press, Roby Newton: si tratta di un'elegante serigrafia di Heather Benjamin allestita a mo' di cofanetto, limitato a sole 400 copie e contenente tre albi spillati con copertine in rilievo e interni in marrone e blu, per un totale di 196 pagine di fumetti che hanno come tema di fondo l'orrore nelle sue diverse forme.




Se le antologie rischiano di essere croce e delizia del lettore, nel senso che accostano di frequente qualche contenuto eccellente a tanti altri poco significativi, per Monster questo discorso non vale, perché il livello qualitativo è decisamente elevato. Il primo volumetto è da incorniciare (ma prima magari leggetelo): inaugurato dal sanguinolento Intimidation Rite di Thomas Toye, dà spazio a un'iperrealistica rappresentazione del sadismo da parte di Edie Fake e cala quindi il piatto forte di Monsters or Teenage Girls Circa 1989. Brittany Hague rilegge il bullismo femminile dei college americani trasformandolo in un horror sociale, in cui le immagini pian piano scompaiono per lasciare spazio a un testo angosciante reso a caratteri cubitali, capace di ricordare le atmosfere di Bret Easton Ellis o del Brian Yuzna di Society. Si prosegue con le meraviglie grafiche di Jon Vermilyea, autore di due splendide immagini a doppia pagina di una casa in fiamme che sfruttano al meglio la colorazione del volume, e con i quadretti surrealisti di Leif Goldberg, utili a spezzare la tensione prima del gran finale offertoci da Mike Taylor: Twelve Visits è un racconto ottocentesco dai tratti paranoidi vicino proprio ai primi lavori del "padrone di casa" H.P. Lovecraft.
Sia chiaro che non tutta l'antologia è a questo livello, ma anche nei due volumetti restanti di cose notevoli ce ne sono davvero tante. Citiamo innanzitutto, all'inizio del secondo albo, Mirror di Sam Dollenmayer, un horror adolescenziale applicato alla potenzialità del medium fumetto, tra l'altro valorizzato da disegni deliziosi. Buono come al solito il lavoro dell'immancabile Michael DeForge, per una volta fuori dal podio dei contributi migliori ma comunque efficacissimo nella sua semplicità, e di Molly O'Connell, con tre pagine dai tratti impressionisti su violenza sessuale e feticismo. Forse il secondo albo è quello più debole ma comunque non ci si può lamentare.
Nel terzo volume la qualità risale e si poteva immaginarlo soltanto leggendo i nomi coinvolti. Jordan Crane con il suo tratto elegante e definito ci regala un lavoro ben strutturato ma dai contorni onirici. A livello grafico spicca Cosmic Poseidon di Brian Ralph, in cui un Poseidone in versione robot manga esce dalle acque per distruggere New York lanciando tridenti e squali: da vedere. Non da meno dal punto di vista estetico sono i lavori del padrone di casa Paul Lyons, che scatena la sua vena satanica, e dell'ottimo Mat Brinkman, che riprende il tema non originalissimo della maledizione ma lo fa con stile (come potete vedere dalla tavola in basso). Belli anche i lavori di Roby Newton, sei pagine dipinte sugli orrori della guerra, e di Kevin Hooyman: la sua storiella nonsense su due strani tipi che devono far esplodere una bomba è la degna chiusura del cerchio.


Unico neo dell'antologia è la stampa, che in alcuni casi è un po' sfocata e non amalgama bene i due colori tra loro, dando un effetto simile a un 3D visto senza occhialetti. Per fortuna soltanto poche pagine sono affette da questo problema, ma per esempio la divertente storia di Keith Jones su un gruppo di balordi che vanno in giro in macchina e si ubriacano, pubblicata sul secondo albo, ne risente in maniera importante, tanto che i testi di un paio di vignette sono difficilmente decifrabili. Non sarà comunque questo dettaglio a impedirmi di definire Monster un mix riuscitissimo di arte visiva, storytelling, puro intrattenimento, riflessione sociale e creatività. In poche parole, una delle migliori antologie a fumetti che mi sia capitato di leggere.

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