mercoledì 26 marzo 2014

Altre Storie Brevi e Senza Pietà



di Marco Taddei e Simone Angelini, Bel Ami Edizioni, ottobre 2013, 116 pagine, bianco e nero, brossurato, 17x24, € 10.

Con colpevole ritardo mi trovo a parlare soltanto adesso di uno dei migliori fumetti italiani letti negli ultimi tempi, Altre storie brevi e senza pietà di Marco Taddei, scrittore, fotografo e redattore della rivista Stra, e Simone Angelini, disegnatore e organizzatore del Pics Festival di Pescara. Il duo abruzzese aveva già realizzato per i tipi di Bel Ami Edizioni una prima raccolta di racconti, Storie brevi e senza pietà, ben più variegata per stile e contenuti. Il primo volume aveva alcuni spunti interessanti ma mancava di coesione, una pecca che non si può certo riferire a questa seconda uscita, in cui lo stile sembra quello di due fumettisti consumati, nel senso buono del termine. All'interno troviamo otto racconti che trattano temi come la morte, la miseria umana, la follia, il vuoto esistenziale e persino la politica e i social network. Così La storia della madre di Oscar ci fa assistere con esemplare brevità a una misteriosa sparizione, Storia dello zio, la mia preferita, è una metafora sulla pazzia che solleva domande esistenziali utilizzando un tono surreale, Storia di una mosca vede l'insetto protagonista spopolare su Facebook e sognare un futuro luminoso, Storia di Mario all'Inferno ci mostra un aldilà che somiglia molto alla vita di tutti i giorni, Storia con la Morte conclude il volume con un po' di sano umorismo nichilista. 


La narrazione di Taddei unisce il sense of humour al surrealismo, il nichilismo alla metafora, il gusto per il racconto morale a quello per lo sberleffo, mentre il tratto essenziale di Angelini risulta perfettamente funzionale e si concede di tanto in tanto qualche "accelerazione" grafica, soprattutto quando utilizza elementi orrorifici o fantastici. Certo, non tutto è ancora perfetto in queste storie, per esempio qualche passaggio è troppo moraleggiante, come se ci fosse l'urgenza di comunicare un messaggio predefinito, oppure c'è qualche riferimento di troppo alla realtà italiana, cosa che rende i contenuti meno universali. Tuttavia anche queste caratteristiche rientrano nell'ambito di una cifra stilistica già perfettamente riconoscibile e che speriamo di ritrovare, magari ancora più cattiva e underground, nella prossima fatica dei due ragazzi abruzzesi, Anubi, di cui si può seguire la gestazione sull'apposito Tumblr.


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