giovedì 17 luglio 2014

Abyssal Yawn - Part One





di Ed Steck e Bill Wehmann, Pacific Reverb Society, Pittsburgh (USA), 2014, 32 pagg., colore, $ 8.

Già autore di mini-comics come Death of Spot e Would You Still Love Me in Black and White, Bill Wehmann ha iniziato una collaborazione con lo scrittore e poeta Ed Steck dando vita ad Abyssal Yawn, una serie di cui è uscito da poco il primo numero, presentato in un elegante albo formato comic book con la cover in cartoncino e spesse pagine patinate a colori. Abissal Yawn prende forma dalle saghe cosmiche in stile Marvel anni '60/'70, dal Silver Surfer di Stan Lee e John Buscema al Warlock di Jim Starlin, attualizzandone le tematiche in chiave moderna grazie a ironia e metafore socio-politiche. Protagonista è un eroe fatto della materia stessa dello spazio, un po' come Eternity del Marvel Universe, ma dall'aspetto di un uomo blu nudo, alla Silver Surfer appunto, con trecce rasta e senza slip né misteriosi vuoti in mezzo alle gambe. Dopo essere stato liberato da un'entità sconosciuta dalla prigione dell'eternità, inizia l'esplorazione del tempo eterno, "esponendosi ai rischi dei vagabondaggi quotidiani di un essere universale, nomade e celestiale". 




Le corpose didascalie ci guidano passo passo nel viaggio del protagonista, che raggiunge un pianeta chiamato Berkornrog, in realtà nient'altro che la proiezione mentale di Max, una specie di cane a due zampe che va in giro incappucciato e fuma la pipa. Sarà lui a informarlo di una cospirazione intergalattica da parte della Mother Sky Corporation, una società che sta mettendo a repentaglio l'esistenza stessa dell'universo privandolo con continue trivellazioni del latte celestiale, una sostanza che favorisce l'interconnessione tra le differenti linee temporali. Max invita così il protagonista, ribattezzato Birch Twig, ad abbracciare la sua causa e lo sottopone a un rito iniziatico che comprende mangiare uno stufato di pianeti imprigionati e cibarsi del cervello di una bestia malata. Il rito lo libererà del suo involucro blu e lo trasformerà in un essere arancione, come succederà allo stesso Max. Al grido di "Metal bodies of purity ride on" i due si lanceranno a bordo di un monolite a caccia della Moter Sky Corporation. 
La narrazione didascalica e le lunghe digressioni di Max ci riportano a un fumetto di altri tempi, che viene però unito a un approccio underground e a una trama elaborata e folle al punto giusto, che trova il suo punto di forza non tanto nei riferimenti fantascientifici e nella coerenza interna, ma nel deliberato accumulo di elementi bizzarri. La parte più visionaria e che esalta al meglio sia la colorazione che il tratto crudo ed efficace di Wehmann è quella ambientata su Berkornrog, un pianeta che nella classica tradizione di Star Trek presenta oggetti e paesaggi del nostro quotidiano vicino ad altri esotici e tribali, dando una sensazione di familiare estraneità. Come già accadeva nel precedente Death of Spot, non a caso realizzato per il Comics Workbook Composition Competition dello scorso anno, le capacità narrative del cartoonist di Pittsburgh si esaltano quando utilizza una griglia ben definita di vignette, che siano sei, nove o addirittura sedici. Notevoli anche un paio di splash-page, anch'esse semplici ma efficaci, in grado di suggestionare con pochi elementi. Metal bodies of purity read on, give us the second issue!




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